Le politiche della nuova amministrazione Trump rimarranno probabilmente incostanti per i prossimi quattro anni.
Per i mercati di frontiera, l'impatto maggiore arriverà probabilmente dai tagli all’USAID, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, e la possibile riduzione del sostegno multilaterale attraverso il FMI e la Banca Mondiale. L'imposizione di tariffe doganali è un altro rischio potenziale, anche se riteniamo che sia direttamente meno coinvolgente per la maggior parte dei paesi di frontiera, dato il loro limitato commercio con gli Stati Uniti e l'assenza di grandi eccedenze commerciali.
Di seguito analizziamo più da vicino alcune delle principali politiche statunitensi che potrebbero avere un impatto significativo sui mercati di frontiera nel 2025 e oltre.
USAID
Fondata nel 1961, l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale è la principale agenzia civile di aiuti esteri del governo statunitense. Nel 2023, l'USAID ha fornito aiuti totali per USD 64,7 miliardi, pari a quasi un quinto degli aiuti totali forniti dalle economie ad alto reddito. Dunque, la decisione di Trump presa il giorno dell'insediamento di sospendere l'USAID per un periodo iniziale di 90 giorni avrà un certo impatto sui mercati di frontiera. Tuttavia, come illustrato di seguito, l'USAID è in realtà un piccolo contributore al bilancio dei paesi di frontiera, rappresentando nella maggior parte dei casi meno del 3% del PIL. Il caso più eclatante è l'Ucraina, ma si tratta di una storia per molti versi particolare, dato il conflitto in corso e in ogni caso l'Ucraina non è considerata un paese di frontiera.
Tabella 1: Erogazioni USAID per paese nel 2023
Country Name | USAID ($bn) |
USAID as % of GDP |
Ukraine | 17.19 | 9.34% |
Mozambique | 0.78 | 3.45% |
Jordan | 1.69 | 3.16% |
Zambia | 0.60 | 2.31% |
Rwanda | 0.19 | 1.38% |
Uganda | 0.64 | 1.16% |
Ethiopia | 1.46 | 1.00% |
Kenya | 0.85 | 0.73% |
Nigeria | 1.02 | 0.51% |
Senegal | 0.17 | 0.51% |
Benin | 0.09 | 0.41% |
Egypt | 1.50 | 0.40% |
Tunisia | 0.17 | 0.32% |
Cameroon | 0.17 | 0.31% |
Côte d'Ivoire |
0.24 | 0.27% |
Ghana | 0.19 | 0.25% |
Iraq | 0.43 | 0.16% |
Pakistan | 0.17 | 0.05% |
Fonte: FMI, USAID, dicembre 2024.
Sul fronte degli aiuti, vale la pena notare che durante il primo mandato di Trump è stata stanziata una somma record per la Developmental Finance Corporation (DFC), un'agenzia USA di finanziamento allo sviluppo che sostiene progetti soprattutto nei paesi a basso reddito. Nel 2019, i prestiti della DFC sono più che raddoppiati, passando da USD 29 mld a USD 60 mld.
Un esempio di progetto finanziato dalla DFC è quello del Corridoio Economico di Lobito, che prevede la costruzione di una ferrovia del valore di USD 600 mln, che va dalla Repubblica Democratica del Congo e dallo Zambia all'Angola per consentire l'esportazione di minerali. Dunque, sotto l’amministrazione Trump, piuttosto che le erogazioni percepite dall'USAID, è più probabile che vengano sostenuti finanziamenti per progetti di questo tipo con chiare motivazioni economiche e potenziali benefici anche per gli Stati Uniti.
African Growth and Opportunity Act (AGOA)
Emanato nel 2000, l'AGOA consente ai paesi africani di accedere ai mercati statunitensi in esenzione dai dazi doganali. Poiché il rinnovo del patto è previsto per settembre 2025, le preoccupazioni a riguardo stanno aumentando sulla scia della sospensione dell'USAID.
L'abolizione dell'AGOA potrebbe temporaneamente aumentare i premi al rischio in alcuni casi, ma anche qui le ricadute economiche complessive dovrebbero essere minime. Negli ultimi due decenni, il commercio africano si è diversificato e molti paesi hanno incrementato gli scambi con la Cina (Grafico 1).
Grafico 1: Il commercio dell’Africa subsahariana con la Cina supera di gran lunga quello con gli Stati Uniti
Fonte: Haver, dicembre 2024.
In prospettiva, gli Stati Uniti devono considerare i costi potenziali e le opportunità perdute se dovessero abbandonare l'AGOA. Tra questi, il rischio che la Russia e soprattutto la Cina abbiano più spazio per aumentare ulteriormente la loro influenza in Africa. Per questo motivo, è possibile che si cerchi piuttosto di riformare l'AGOA. Ad esempio, procedendo a una ristrutturazione più in linea con gli accordi di libero scambio e a un ampliamento del campo di applicazione per includere settori ad alto potenziale di crescita, come i servizi digitali e finanziari.
Sostegno multilaterale attraverso FMI e Banca Mondiale
L'approccio della nuova amministrazione USA nei confronti dei finanziamenti agevolati del FMI e della Banca Mondiale rimane poco chiaro. Essendo di gran lunga il maggior finanziatore di queste organizzazioni, qualsiasi diminuzione del sostegno statunitense potrebbe aumentare i premi al rischio dei mercati di frontiera riducendo sia la disponibilità di finanziamenti che la credibilità delle politiche. In effetti, vale la pena ricordare che per il numero record di paesi attualmente inseriti nei programmi del FMI, uno dei maggiori benefici spesso citato è la percezione di poter attuare politiche più credibili, finalizzate ad affrontare gli squilibri economici. A loro volta, tali politiche di ancoraggio possono incoraggiare gli investimenti privati, anche sui mercati obbligazionari.
Tariffe
Le scelte di politica economica USA che maggiormente attirano l'attenzione a livello globale sono quelle sui dazi. Tuttavia, riteniamo che i mercati di frontiera dovrebbero rimanere relativamente isolati da questo punto di vista. Questo perché, a differenza di alcuni grandi paesi emergenti, e soprattutto della Cina, non esportano in modo massivo verso gli Stati Uniti e non hanno grandi surplus commerciali bilaterali con gli USA.
Tuttavia, ciò non significa che il crescente ricorso alle tariffe non possa avere conseguenze secondarie negative. Ad esempio, se l'inflazione statunitense dovesse aumentare a causa dei dazi che fanno lievitare i costi delle importazioni, ciò potrebbe far salire i rendimenti dei Treasuries, il che sarebbe probabilmente negativo per la maggior parte degli asset rischiosi globali, comprese le obbligazioni sovrane di frontiera.
In conclusione
Le economie di frontiera hanno ragione a nutrire qualche preoccupazione per la nuova amministrazione Trump. Tuttavia, riteniamo che l'impatto potrà essere gestibile. Inoltre, non dovrebbe far deragliare i trend positivi che questi paesi stanno vivendo come il consolidamento fiscale, il miglioramento dei fondamentali e l'aggiornamento dei rating di credito. Per gli investitori in obbligazioni di frontiera, sebbene i fattori esterni siano ancora importanti, i driver fondamentali per i rendimenti rimarranno l’andamento interno delle singole economie e le politiche locali. Nel prendere le nostre decisioni d’investimento, continueremo a monitorare attentamente tutti questi fattori.